Questa tecnica di lavorazione, con la quale viene realizzata la maggioranza dei nostri gioielli, richiede tempi lunghi e parecchi passaggi ma permette di sbizzarrirsi nelle forme ottenendo pezzi più voluminosi e corposi. Inoltre è solo grazie a questa tecnica che si può ottenere quella particolare superficie dell'oro, dal caratteristico colore, da noi denominata "oro grezzo".

   Come suggerisce il termine, con tale tecnica facciamo uso di modelli in cera. Questi vengono realizzati scolpendo direttamente un blocco di cera oppure iniettandone della liquida in appositi stampi precedentemente preparati. Quello della fusione è un processo lungo e di conseguenza, al fine di ammortizzare tempi 

Alberello in cera.

e costi, non la realizziamo per un singolo gioiello. Attendiamo così di raccogliere più modelli da fondere assieme e, una volta pronti, li assembliamo nel cosiddetto "alberello di cera".  Da un basamento in gomma, come un albero, si erge il "tronco" in cera dal quale dipartono i vari "rami". All'estremità di questi vengono fissati i nostri futuri gioielli. 

  Una prima fase è terminata. I gioielli sono stati pensati, disegnati, realizzati in cera ed ora assemblati in un'unica struttura. Il prossimo passaggio consiste nel rivestire i modelli in cera con dello specifico gesso per fusione. Sul basamento di gomma dell'alberello viene fissato un cilindro metallico così da arginare lo spesso strato di gesso che copre  completamente gli oggetti in cera. Per evitare che si formino sgradevoli protuberanze sui gioielli durante la fusione, si provvede ad 

eliminare eventuali bolle d'aria presenti nel gesso liquido tramite un macchinario in grado di creare il sottovuoto (v. foto a lato).

 I cilindri di gesso così ottenuti devono restare a riposo per alcune ore al fine di solidificarsi completamente. Togliamo quindi il piattello di base (serviva a sorreggere l'alberello di cera da una parte e i cilindri dall'altra; ora ci pensa il gesso solidificato ad unificare la struttura) e procediamo, tramite calore, a sciogliere completamente la cera inglobata nel gesso.  I modelli in cera vanno quindi definitivamente persi ma al loro posto lasciano una forma, una sagoma vuota dentro la quale colare infine l'oro fuso .

   I cilindri, una volta svuotati della cera, devono passare

Pompa per creare il vuoto.

alcune ore all'interno di un forno, attraverso varie temperature per specifici intervalli di tempo. Questo processo di cottura conferisce loro la capacità di resistere al calore dell'oro fuso: ben 1053°C ! 

   Passiamo ora alla fase finale della fusione. Togliamo il cilindro dal forno e lo poniamo sul braccio di un macchinario; in un crogiolo adiacente fondiamo la lega d'oro tramite un cannello alimentato a gas ed ossigeno e, con un semplice gesto, attiviamo il meccanismo. Si tratta di uno strumento meccanico (sebbene esistano versioni più sofisticate) basato sul principio della forza centrifuga. Il braccio a molla viene dapprima caricato poi, una volta sbloccato il fermo, questo inizia a ruotare a grande velocità; il metallo fuso, attraverso un foro, viene così spinto dal crogiolo direttamente all'interno del gesso colmandone ogni forma vuota.

   Possiamo ora sciogliere il gesso di rivestimento ed ammirare finalmente l'opera compiuta.

 

Macchinario a centrifuga.

 

   Facciamo notare come, essendoci numerosi passaggi nel corso della lavorazione, si possa incorrere in eventuali errori. La riuscita finale della fusione non è così data per scontata ma sussiste sempre il rischio di vedere vaneggiati alcuni giorni di lavoro con la perdita, per esempio, di modelli irripetibili. E' soltanto la lunga esperienza nel settore a conferire sicurezza nei gesti, nei dosaggi, nei tempi di esecuzione, così da ottenere sempre un prodotto di qualità. 

Il prodotto finale della fusione: alberello in oro.

Ecco quindi che, una volta ripulito l'alberello da ogni residuo di gesso e aver provveduto a una primaria disossidazione del metallo, assistiamo alla fedele e definitiva trasformazione degli originali modelli in cera in oggetti metallici. Dalla fucina passiamo ora al banco da lavoro dove il gioiello artigianale, prima di essere degno di questo nome, dovrà ancora sottostare ai vari processi di sgrezzatura e rifinitura.

   E' tra le abili mani dell'artigiano che il gioiello prende definitivamente forma: viene seghettato, limato, carteggiato, saldato, impreziosito con oro di altri colori o pietre  ed infine lucidato, pronto per far risaltare la bellezza di ogni donna.    

 

 

   Se qualcuno fosse interessato agli aspetti più particolari di questo mestiere, consigliamo di leggere i seguenti testi:

 

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Modeling in Wax for Jewelry and Sculpture di Lawrence Kallenberg, Chilton Book Company, Radnor, Pennsilvanya,1981.

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The Design and Creation of Jewelry by Robert von Neumann, stesso editore.

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Jewelry: Basic Techniques and Design by Alice Sprintzen, stesso editore.

 

 

   In italiano troviamo un interessantissimo ed esaustivo trattato ma, vista l'impostazione particolarmente tecnica, lo raccomandiamo a chi già si intende della materia e volesse approfondire le proprie conoscenze:

 

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Manuale per l'orefice, E. Boselli, Ulrico Hoepli Editore, Milano, nona edizione 1998.